Crisi automotive, quelli che servono sono gli ingegneri e non gli operai. Ecco come sta cambiando il settore delle quattro ruote.
Purtroppo, negli ultimi anni, l’automobilismo ha vissuto una specie di crisi di doppia entità; nel primo caso, il riferimento va a toccare le produzioni e le conseguenti vendite di auto delle case costruttrici (specialmente per quanto riguarda l’elettrico, che nel 2024 è stato colpito notevolmente).
In seconda battuta, poi, è bene considerare i cambiamenti che riguardano la prospettiva lavorativa e professionale del settore. Se una volta i più ricercati erano gli operai, adesso le cose sembrano essere cambiate e vedono gli ingegneri al primo posto nella testa delle società automobilistiche.
In questo articolo cercheremo quindi di capire come stia effettivamente cambiando il settore automobilistico mondiale, inteso non come mercato e vendite ma più come spazio di lavoro e di ricerca dei dipendenti per il presente e il futuro.
Crisi automotive, gli ingegneri i più ricercati: ecco come cambia il settore
Il mondo dell’automobilismo sta cambiando moltissimo, specialmente considerando la mobilità elettrica e la rivoluzione tecnologica che stanno investendo anche il mondo del lavoro, e così si creano anche nuove professioni, sempre più richieste e ricercate. Basti pensare agli ingegneri che si occupano di software; parliamo di professionisti che si occupano e si occuperanno di sviluppo di sistemi di guida autonoma, garantendo che le automobili possano riconoscere efficacemente l’ambiente, percependo gli ostacoli in tempo e prendendo decisioni critiche in tempo rale.
Anche gli sviluppatori di tecnologie che consentano ai veicoli di effettuare aggiornamenti via etere, di risolvere i problemi da remoto e di sviluppare sistemi che rendano l’esperienza al volante il più piacevole possibile saranno molto importanti. Tornando agli ingegneri che si occupano di software, saranno molto ricercati anche (se non soprattutto) per quanto riguarda la mobilità elettrica. Il motivo è molto semplice: sviluppare nuovi algoritmi è necessario per garantire la sicurezza, l’efficacia e la durata delle batterie a zero impatto ambientale.
Le aziende automobilistiche si stanno già muovendo in questo senso, basti pensare che Toyota punta ad avere ben 18.000 ingegneri di questo tipo entro fine 2025. Honda ha annunciato, invece, che punta a raddoppiare il numero dei suoi ingegneri, portandoli a 10.000 entro il 2030. Purtroppo la tecnologia elettrica potrebbe portare a molti licenziamenti, soprattutto per quei dipendenti che lavorano in aziende che producono componenti utilizzati esclusivamente in auto con motore a conbustione interna. Una situazione che, sicuramente, potrebbe mettere in difficoltà davvero tante persone in un futuro neanche troppo lontano.