
Elkann nel mirino di Salvini - (Screen canale YouTube disruptive) PanoramaAuto.it
Dopo il flop della Ferrari in Cina, anche John Elkann è finito nel mirino della critica: le parole sono pesantissime.
Sono giorni di attente valutazioni questi in casa Ferrari. Dopo il disastro compiuto in Cina, avvenuto sul circuito di Shanghai, la scuderia di Maranello sta riflettendo assiduamente sugli errori commessi per cercare di non ripeterli in vista del prossimo Gran Premio. Il team italiano avrà una settimana di tempo per analizzare il tutto: l’obiettivo è di arrivare pronti al terzo appuntamento della stagione, in programma in Giappone sul tracciato di Suzuka. La doppia squalifica ha creato delusione all’interno dell’ambiente, sollevando qualche punto di domanda ma anche qualche critica pesante nei confronti dei vertici della Rossa. Tra i bersagliati c’è anche il presidente dj Exor, John Elkann, a capo della società che controlla anche il mondo Ferrari.
Elkann sotto attacco: pioggia di critiche per il presidente!
La batosta in Cina ha accentuato maggiormente alcuni asti nei confronti di John Elkann. Il presidente di Exor è stato oggetto di critiche da parte di Matteo Salvini. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ha attaccato duramente Elkann, usando delle dichiarazioni durissime. A Salvini non è andato affatto giù la “favola” secondo cui il numero uno di Stellantis abbia salvato il settore auto in Italia. Narrazione che Elkann ha utilizzato a margine dell’audizione alla commissione attività produttive della Camera.
Salvini ha utilizzato parole aspre all’indirizzo di John Elkann: “Sentire dire questo è una cosa che dà amarezza. Non è l’unico colpevole del disastro, perché tutti quelli che hanno seguito l’euro follia del tutto elettrico sono complici dell’arrivo delle auto cinesi sul mercato. Però sicuramente lezioni da Elkann gli italiani non le possono prendere”.

Nel corso del suo intervento, Matteo Salvini ha ricordato a tutti di come un tempo l’Italia vantava diverse città che potevano definirsi delle vere e proprie capitali. Oggi, però, non è più così. Il vice premier ha tuonato: “La domanda dovrebbe essere fatta agli operai licenziati o cassaintegrati da Elkann. Non vado a simpatia o antipatia e non sono pro o contro Elkann. Ma mi chiedo: quanti soldi degli italiani ha incassato la famiglia Elkann-Agnelli?”.
In seguito, il leader della Lega ha rincarato la dose nei confronti di John Elkann: “Quanti ne ha distribuiti Elkann come dividendi, quindi come guadagni, e quanti posti di lavoro sono andati in fumo negli ultimi anni?Quante realtà produttive sono state chiuse in Italia e quante sono state aperte all’estero? Queste sono domande a cui Elkann dovrebbe rispondere”.