
Red Bull nel mirino dei media dopo lo scambio Lawson-Tsunoda - (Screen canale YouTube Sky Sport F1) PanoramaAuto.it
La Red Bull è stata inondata da una serie di critiche pesanti dopo lo scambio Lawson-Tsunoda: dalla Nuova Zelanda ci sono andati giù pesante.
Il dado è tratto, la line-up piloti della Red Bull cambia dopo appena due Gran Premi. Nel prossimo weekend di Formula 1, che andrà in scena in Giappone sul circuito di Suzuka, ad affiancare Max Verstappen sarà Yuki Tsunoda. Il pilota giapponese ha lasciato la Racing Bulls per unirsi alla scuderia capitanata dal team principal Christian Horner, prendendo il posto di Liam Lawson. Il giovane neozelandese ha destato profonda delusione nel team, spingendo i vertici della Red Bull ad attuare un drastico e repentino cambiamento.
Dopo le negative prestazioni in Australia e Cina, infatti, il team austriaco ha deciso di correre subito a ripari, facendo spazio a Yuki Tsunoda e rispedendo Liam Lawson nuovamente alla Racing Bulls. Un cambio inaspettato non preso bene da Max Verstappen, che tramite i social ha fatto capire un po’ qual è il suo attuale stato d’animo. Il quattro volte campione della Red Bull ha catturato l’attenzione dei media con il suo like al post di Van der Garde, il quale ha etichettato la scelta della Red Bull con la parola “bullismo”.
Scambio Lawson-Tsunoda: Red Bull inondata dalle critiche
Il declassamento di Liam Lawson ha scatenato inevitabilmente l’ira dei tifosi del giovane pilota, ma anche il parere critico di moltissimi media della Nuova Zelanda. Sono molteplici gli organi d’informazione che si sono scagliati con forza nei confronti della Red Bull, usando dei giudizi pesantissimi per definire la situazione nel team di Milton Keynes. Tra quelli che si sono abbattuti con rabbia contro la scuderia austriaca c’è anche il The New Zealand Herald, che tramite le parole di Luke Slater ha commentato aspramente la vicenda.
Slater ha usato una dialettica durissima all’indirizzo della scuderia austriaca: “È la Red Bull, non il 23enne Lawson, a dover essere ritenuta responsabile della situazione come si fa a non vedere gli enormi rischi che il suo reclutamento rappresentava per il 2025, quando aveva disputato solo 11 Gran Premi in due stagioni con la loro squadra junior? È quasi inconcepibile”.

Slater ha definito la Red Bull un team non serio: “Anche Verstappen, uno dei più grandi piloti di F1 e uno degli uomini più dotati di talento naturale ad aver mai impugnato un volante, aveva il doppio dell’esperienza di Lawson quando è stato promosso nel 2016. La Red Bull è forse uno dei team di maggior successo nella storia della F1, e Christian Horner e Helmut Marko, che supervisionano il programma per i giovani piloti, meritano questo, ma ingaggiare Lawson non è una decisione presa da un team automobilistico serio”.
Anche Bob McMurray attacca la Red Bull
Quelle di Luke Slater sono parole al vetriolo all’indirizzo della Red Bull, così come quelle rilasciate da Bob McMurray, ex capo della McLaren e oggi opinionista: “Liam Lawson guida per uno dei team più spietati della Formula 1 quando si tratta di gestione dei piloti ha una specie di spada di Damocle che gli pende sulla testa. Come un calice avvelenato, con Helmut Marko come leader, che non tollera facilmente il fallimento. Penso che si siano cacciati in una situazione assurda e credo che la colpa sia interamente della Red Bull e non di Liam. È risaputo che l’auto è difficile da guidare”.
Nonostante ciò, Bob McMurray ha affermato ai microfoni di 1News che il ritorno alla Racing Bulls è da considerare come una grande opportunità di riscatto per Liam Lawson: “Cosa succederebbe se Tsunoda, o chiunque altro, salisse su quel sedile e fallisse completamente, mentre Liam tornasse in macchina e andasse davvero bene? Per Liam non sarebbe affatto una brutta cosa. Alla Red Bull non tollerano assolutamente i fallimenti, ma penso che siano loro i responsabili di questi, perché gli ingegneri semplicemente non gli hanno dato una buona macchina o la possibilità di guidarla come sa fare”.