A volte le promesse e gli accordi verbali rischiano di non diventare realtà, com’è successo a questo pilota
Manca sempre meno all’inizio del Mondiale di Formula Uno. Sarà una stagione incredibile quella che ci aspetta dato che ci sono tre Scuderie in lizza per il titolo piloti e nessuna di queste partirà nettamente favorito, come per esempio è successo gli scorsi anni con la RedBull.
Certo, Verstappen era e resta l’uomo da battere dato che è stato capace di vincere quattro Mondiali di fila. Solo Schumacher era riuscito a fare meglio con cinque, risultato che comunque l’olandese potrebbe raggiungere in quest’annata, Ferrari e McLaren permettendo.
Infatti sono questi i principali competitor della RedBull per il 2025. La Rossa ha accolto Lewis Hamilton, uno dei trasferimenti più attesi e incredibili della storia delle quattro ruote, che farò coppia con Lecerlc mentre McLaren può contare su un duo rodato come Norris e Piastri.
Chi invece è rimasto deluso dai vari incastri delle Scuderie è stato Valtteri Bottas. In Formula Uno dal 2013, il finlandese non è mai rimasto senza sedersi su uno dei due sedili principali. Infatti il pilota resterà in Mercedes ma come pilota di riserva dunque non tra i “titolari”.
Lo stesso Bottas, due volte vice-campione del mondo, ha parlato così a RacingNews365: “Alla fine del mio contratto ho iniziato a pormi molte domande sul futuro, ma sono sempre stato molto fiducioso di rimanere sulla griglia di partenza nel 2025, perché così sembrava“. D’altronde c’era un accordo verbale con Mattia Binotto, direttore tecnico e sportivo della Sauber.
“Per il consiglio di amministrazione dell’Audi – spiega – le decisioni sui piloti per il futuro devono passare da loro, e alcuni mi volevano davvero, ma altri volevano un cambiamento e un pilota giovane. È stato difficile perché ho sempre ricevuto l’indicazione, soprattutto quando è arrivato Mattia, che sarei stato il pilastro del progetto, quindi è stato difficile buttarsi al 100% in qualcos’altro perché mi era stato promesso che avrei avuto un posto. Naturalmente vuoi ancora guardarti intorno, ma non puoi impegnarti in nulla, quindi aspettavo solo un: ‘Ok, quando firmiamo?’, e questa era una domanda settimanale, anche se tutto era concordato e pronto sulla carta. Quando questo è stato ritardato, ho capito: ‘Ok, c’è qualcosa che sta succedendo e non sarà un bene per me‘”.
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