
Truffa che ti fa perdere migliaia di euro (www.panorama-auto.it)
L’ingegnoso piano ha coinvolto una finta perquisizione culminata con la fuga del malvivente: state attenti a cosa vi dicono.
L’ingegnoso piano ha coinvolto una finta perquisizione culminata con la fuga del malvivente. Le vere forze dell’ordine sono ora alla ricerca del responsabile.
La telefonata fraudolenta: come tutto ha avuto inizio
Tutto è cominciato con una semplice telefonata che sembrava essere stata commissionata dalle autorità. Era una mattinata ordinaria quando la signora Maria, un’anziana residente di Agropoli, ha ricevuto una chiamata. Dall’altra parte della linea c’era un uomo che si presentava come ufficiale dei carabinieri, chiedendo di parlare di una questione urgente riguardante un’indagine locale. L’uomo al telefono utilizzava un tono professionale e rassicurante, e la signora Maria, nonostante fosse leggermente sospettosa, decise di ascoltarlo. Le aveva comunicato che una banda di ladri stava operando nella zona e che era necessaria una perquisizione di sicurezza nella sua abitazione per garantire che non fossero stati depositati oggetti rubati. Il numero da cui la chiamata era partita, grazie all’utilizzo di moderne tecnologie, appariva come un numero ufficiale, convincendo ulteriormente la signora che si trattasse di una telefonata legittima.

Poco dopo la telefonata, un uomo dall’aspetto formale, vestito con una divisa simile a quella dei carabinieri, si è presentato alla porta della signora Maria. Il suo atteggiamento era amichevole e professionale, e sembrava essere completamente informato sulla situazione di cui si era discusso al telefono. Si è identificato come il maresciallo Rossi e ha affermato di dover effettuare una rapida perquisizione nella casa. Il truffatore aveva pianificato tutto nei minimi dettagli, fornendo persino una finta lettera di autorizzazione e rassicurando la signora Maria che non vi sarebbe stata alcuna intrusione violenta. La signora, non avendo motivo di dubitare dell’autorità rappresentata dalla divisa e dai documenti, ha acconsentito alla perquisizione, convinta di dover collaborare per la propria sicurezza e per quella della sua comunità.
La raccolta dei preziosi: una consegna ingannevole
Durante la cosiddetta perquisizione, il finto carabiniere ha ‘scoperto’ alcuni oggetti che insisteva potessero essere di interesse per l’indagine, dichiarando che potevano dover essere esaminati presso la stazione di polizia per verifiche ulteriori. Gli è stato anche detto che l’automobile di suo marito è stata usata per commettere una rapina avvenuta in una gioielleria di Capaccio Paestum e, quindi, avrebbero dovuto controllare che l’oro che aveva in casa non corrispondesse al bottino.
Tra questi oggetti vi erano diversi pezzi di gioielleria e piccoli lingotti d’oro, proprietà di valore che la signora Maria conservava da anni come risorse di sicurezza personale. Con grande abilità, il truffatore ha manipolato la situazione facendo leva su una narrazione plausibile e intascando circa 5.000 euro. La sua chiarezza e il modo in cui spiegava la procedura apparivano del tutto legittimi, distruggendo ogni residuo di dubbio nella mente della signora.
Dopo aver raccolto gli oggetti di valore, il finto maresciallo ha rassicurato la signora Maria, garantendole che avrebbe avuto notizie entro pochi giorni sull’esito dell’indagine. Con modi gentili ma fermi, ha lasciato l’abitazione, promettendo che tutto sarebbe stato riconsegnato alla legittima proprietaria in breve tempo. Tuttavia, non appena è uscito dalla porta, il sedicente carabiniere è sparito senza lasciare traccia. La signora Maria, ancora sotto l’effetto del carisma e della sicurezza esibiti dal truffatore, non si è resa conto immediatamente del raggiro di cui era stata vittima. È stato solo dopo diversi giorni, quando il telefono ha cessato di squillare e le promesse di una ricerca in corso non si sono concretizzate, che ha iniziato a sospettare che qualcosa non andasse.
Quando la realtà del raggiro è emersa in tutta la sua tragicità, la signora Maria ha immediatamente contattato i veri carabinieri di Agropoli per denunciare l’accaduto. Le autorità locali hanno avviato un’indagine approfondita per rintracciare i malviventi, lanciando un appello ai cittadini per segnalare qualsiasi informazione che potesse essere di aiuto. Gli uomini delle forze dell’ordine hanno iniziato a raccogliere testimonianze e a visionare le riprese delle telecamere di sorveglianza della zona in cerca di indizi utili. Il caso ha attirato l’attenzione mediatica, portando alla luce l’urgente necessità di educare la popolazione locale a riconoscere e difendersi da queste forme di frode. Sebbene le indagini siano ancora in corso, gli inquirenti sono fiduciosi di poter riportare giustizia alla signora Maria e porre fine alle attività nefaste dei responsabili della truffa.