Un gesto assolutamente normale nel nostro paese è teoricamente illegale. Se non c’è una dichiarazione scritta, sono guai seri.
Da che mondo è mondo, la pratica di scambiarsi una singola auto all’interno di un nucleo familiare è in vigore da quando sono state inventate le auto. Soprattutto in passato quando una vettura era spesso un vero lusso per le famiglie italiane non era raro che una famiglia con marito, moglie e due o più figli finisse per “rimbalzarsi” sempre la stessa automobile, qualcosa che contribuisce pure a ridurre il numero di vetture circolanti.
I tempi sono cambiati purtroppo e la burocrazia ormai impera anche sotto questi semplici gesti abbastanza innocenti. Nessuno o quasi penserebbe mai di usare l’auto prestata dal marito o dalla moglie per andare a commettere un reato…ma nel caso questo dovesse succedere deve esistere una sorta di tutela legale per la persona che ha prestato l’auto al coniuge. Lo stesso, ovviamente, vale per il prestito dell’auto ad un parente qualsiasi.
Ad oggi esistono regolamentazioni molto stringenti anche per quanto riguarda l’utilizzo di una singola auto in un nucleo familiare ed oggi scopriremo qual è il modo corretto per prestare la vostra macchina ad una persona di famiglia. Non è per nulla intuitivo considerando che come abbiamo accennato, si tratta di un prestito assolutamente normale; questa, tuttavia, è la legge!
Firma il documento!
Tanto per cominciare nel caso più estremo di tutti, magari in una famiglia dove ci sono forti tensioni o tra persone che stanno andando incontro ad una separazione, c’è sempre il rischio che l’auto venga presa senza permesso. In questo caso, la persona a cui viene presa l’auto potrebbe anche denunciare per furto il guidatore temporaneo del suo mezzo ma non è l’unico rischio!
Il problema principale infatti è legato all’assicurazione. In caso di incidente come sappiamo bisogna specificare il guidatore e se la Legge Bersani copre in alcuni casi la responsabilità di un guidatore in fascia più bassa di rischio – se ad esempio si usa l’automobile di uno dei genitori – c’è caso e caso. Il Nuovo Codice della Strada ha risolto il problema rendendo molto più stringente la politica.
Si può guidare l’auto di qualcun altro, anche un genitore o un coniuge, al massimo per un mese filato dopo di che, scatta l’obbligo di procurarsi e compilare il modulo numero TT2119 in Motorizzazione pagando una piccola tassa. Altrimenti, si rischia di essere privati della carta di circolazione del mezzo e di subire una multa che oscilla tra 728 e 3.636 euro. Un vero salasso per aver guidato un’auto che in teoria, è anche vostra…