Ma perché finisce sempre così? Ecco il motivo dietro il traffico che si viene a creare…nella corsia che abbiamo scelto noi!
La frustrazione di trovarsi in una fila che avanza lentamente è un’esperienza comune a tutti noi. Che si tratti di un ingorgo in autostrada, di una lunga attesa alla cassa di un supermercato o di una fila agli sportelli di un ufficio, sembra che la corsia che scegliamo sia sempre quella meno veloce. Ma perché accade questo? La risposta è più complessa di quanto si possa pensare e coinvolge non solo fattori psicologici, ma anche principi matematici e statistici.
Quando ci troviamo davanti a due o più opzioni di corsia, spesso facciamo una valutazione visiva per decidere quale fila sembra muoversi più rapidamente. Tuttavia, una volta che ci siamo sistemati nella nostra fila, ci rendiamo conto che gli altri, in fila accanto a noi, sembrano avanzare più velocemente. Questa percezione non è solo una questione di impazienza, bensì un fenomeno ben documentato dalla scienza, noto come il paradosso di Redelmeier.
Il paradosso di Redelmeier è un concetto che esplora la dinamica delle code, in particolare nel contesto del traffico automobilistico. Immaginiamo di trovarci su una strada a due corsie, con veicoli che viaggiano a velocità variabile. Se una corsia è in ritardo a causa di un rallentamento, la corsia adiacente sembra muoversi più velocemente, ma questa percezione è reciproca: la corsia accanto a noi è sempre quella che sembra più scorrevole. Questo accade perché i rallentamenti e le accelerazioni sono distribuiti in modo irregolare, e ciò porta a un’illusione di movimento più fluido nell’altra fila.
Ad esempio, se due file di auto percorrono un tratto di strada di quattro chilometri, una corsia può viaggiare a 10 km/h per metà della distanza e a 30 km/h per l’altra metà. Nonostante la media di velocità sia di 20 km/h, il tempo totale per percorrere il tratto sarà più lungo rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare, e la corsia opposta sembra sempre più veloce. Questo paradosso evidenzia come le nostre scelte siano influenzate da fattori che non possiamo controllare, e spiega perché ci sentiamo sempre in coda in una fila lenta.
L’elemento umano nelle code
Un’altra variabile che influisce sul nostro comportamento nei confronti delle code è l’elemento umano. Quando siamo in attesa in fila al supermercato, ad esempio, ci sono molteplici fattori che possono rallentare il processo: un carrello eccessivamente pieno, un pagamento che richiede più tempo del previsto o un impiegato inesperto. Questi eventi casuali non possono essere previsti e, di conseguenza, rendono difficile scegliere la fila che andrà più veloce. In questo caso, la scelta della corsia diventa una questione di fortuna piuttosto che di logica.
La teoria delle code, un campo di studio che ha radici storiche risalenti ai primi del Novecento, è stata sviluppata per analizzare e ottimizzare il flusso di persone e veicoli. Uno dei pionieri di questo campo, Krarup Erlang, si dedicò a trovare il numero ottimale di linee telefoniche necessarie per un centralino, considerando variabili come il numero di chiamate e la loro durata. Da allora, le teorie si sono evolute, e gli scienziati continuano a studiare come rendere più efficienti i sistemi di attesa, sia nel traffico che in contesti commerciali.
Un’applicazione pratica della teoria delle code è l’implementazione di sistemi di fila unica nei supermercati, dove i clienti si uniscono a una lunga coda e vengono serviti man mano che si liberano le casse. Sebbene questa soluzione possa ridurre il tempo di attesa medio, spesso le persone percepiscono l’attesa come più lunga a causa della visione di una fila apparentemente interminabile. Questo dimostra come la psicologia e le percezioni individuali influenzino la nostra esperienza nelle code.
Inoltre, nel contesto del traffico automobilistico, studi recenti hanno dimostrato che il comportamento degli automobilisti, come frenate improvvise o cattiva gestione della distanza di sicurezza, può contribuire a creare ingorghi. La “teoria dell’onda” suggerisce che una piccola frenata possa propagarsi lungo una fila di veicoli, causando congestione inaspettata.