Il nuovo pilota della Red Bull ha raccontato le ansie e le pressioni in vista della nuova stagione e ha analizzato il dualismo con Verstappen.
Liam Lawson è tra i piloti più attesi in vista del nuovo mondiale. Tra le tante novità della griglia, da Hamilton alla Ferrari fino agli ultimi rookie, ha sicuramente stupito la scelta della Red Bull di puntare tutto sul giovane neozelandese per sostituire Sergio Perez. La scuderia di Milton Keynes non si è smentita e ha continuato a fare dello sguardo al futuro il proprio mantra, decidendo di mettere nelle mani del prodotto della propria Academy la RB21 della prossima stagione.
Tanti sono i dubbi e le riflessioni che si sono generate attorno all’annuncio del team, soprattutto alla luce del campionato piuttosto delicato che si appresta a vivere la Red Bull. E proprio Liam Lawson nella prima intervista dopo l’ufficialità ha commentato a riguardo: “Credo fermamente che nessuno sia perfetto e, come pilota, non sono perfetto. Ci sono sempre cose da cui imparare, sono un autocritico in merito a dove posso migliorare. Sono consapevole dei miei errori, ma penso sia importante non dubitare di sé stessi. Dubitare delle proprie capacità è differente dall’essere critici con sé stessi sugli errori”.
Reduce da qualche buona apparizione nella passata stagione in Racing Bulls al posto di Daniel Ricciardo, Lawson avrà l’onere e l’onore di poter debuttare da pilota in griglia a bordo della Red Bull. Una macchina che già conosce piuttosto bene: “Per quanto mi riguarda, penso di aver passato molto tempo a sviluppare quell’auto, da junior e come riserva negli ultimi due anni. Sento di aver capito abbastanza bene il modo in cui la vettura si guida. Ma non credo nemmeno al fatto che una macchina possa adattarsi al proprio stile di guida. Penso che, come piloti, siamo professionisti e dobbiamo adattarci a qualsiasi cosa guidiamo”.
E poi non teme il confronto con Verstappen. Anzi, la vede come una grande opportunità di crescita: “Credo che chiunque affronti Max debba essere realista e sapere che è il ragazzo più veloce sulla griglia in questo momento, e che non lo si supererà certamente di mezzo secondo. Per me è più un’opportunità per imparare dal migliore. Essere al suo fianco ed avere accesso ai dati che porta è entusiasmante per me. Se non faccio un buon lavoro, loro sono precisi nello spiegarmi dove potrei migliorare. Sono qui anche per imparare”.
“Voglio avere un lungo futuro in F1. Quindi è importante essere consapevole delle cose su cui posso migliorare. Penso che avendo avuto Helmut Marko sin da giovane che mette pressione e critica tutto ciò che fai come pilota, mi abbia aiutato a diventare una persona più forte per essere in grado di affrontare la F1”, ha aggiunto Lawson.
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