
Un'auto criticatissima (www.panorama-auto.it)
L’auto che prometteva di rivoluzionare il mercato si è rivelata un totale fallimento: un disastro vero e proprio.
L’auto che prometteva di rivoluzionare il mercato si è rivelata un totale fallimento. Analizziamo i dettagli tecnici, le reazioni del pubblico e le ammissioni sorprendenti dei produttori, insieme alle idee che avrebbero potuto trasformarla in un successo.
L’auto che non è riuscita a decollare sul mercato
L’automobile di cui vi stiamo parlando, presentata al Salone di Detroit nel 1999 e chiamata Blackwood, fu realizzata dall’azienda Lincoln che l’ha costruita per rivolgersi agli automobilisti che avevano già in garage un pick-up e avevano bisogno di un modello più comodo per l’utilizzo di tutti i giorni. Proprio per questo motivo, la Blackwood aveva una particolare configurazione nella zona del cassone di carico, con lo spazio sostituito da una specie di bagagliaio con un coperchio apribile elettricamente tramite chiave o pulsante. Ispirato a dir poco al pick-up Ford F-150, utilizzava lo stesso telaio e condivideva lo stesso schema di sospensioni. I cerchi erano da 18 pollici, mentre quasi tutto il resto del modello era di effettiva eredità Ford.
Prodotta a a partire dagli anni 2000, godeva di 740 litri di volume di carico. L’equipaggiamento comprendeva rivestimento in pelle, tettuccio apribile e climatizzatore automatico, mentre l’auto in generale godeva di alcune novità molto speciali per l’epoca (come i sedili anteriori riscaldabili).

A livello di sicurezza, l’auto era munita di quattro airbag. Il motore V8 da 5,4 litri era dotato di una potenza di 300 cavalli ed era abbinato al cambio automatico a quattro velocità e alla trazione posteriore. L’obiettivo era quello di costruire 18.000 unità, ma alla fine ne furono prodotte solo 3.300 tra il 2001 e il 2002. Negli Stati Uniti è stata definita spesso come una delle auto “più inutili di tutti i tempi”. Forse critiche troppo accese per un pick-up che, alla fine dei conti, ha pagato a carissimo prezzo il valore di mercato elevato e l’assenza della trazione 4X4.
I dettagli tecnici che hanno deluso tutti
Gli interni dell’auto, sebbene eleganti nel design, mancavano di comfort. La disposizione dei sedili era tale da limitare lo spazio, creando un’esperienza di viaggio tutt’altro che comoda. I comandi del cruscotto erano complicati, poco intuitivi e spesso soggetti a guasti elettronici. La tecnologia di bordo, invece di facilitare la vita al conducente, risultava sconsciamente invasiva, con sistemi di assistenza alla guida che reagivano in modo inadeguato o tardivo. Ancora più deludenti sono stati i problemi di consumo energetico. I tentativi di apportare correzioni tecniche non hanno portato miglioramenti significativi, lasciando l’innovazione promessa lontana dalla realtà dell’esperienza di guida quotidiana.
Cosa avremmo voluto vedere: idee mai realizzate
Girando lo sguardo verso il futuro, è legittimo esprimere il desiderio di ciò che avrebbe potuto essere questa vettura, basandoci sulle promesse iniziali fatte dai produttori. Per molti esperti e appassionati, il potenziale di questo progetto risiedeva nella sua capacità di sintetizzare innovazioni tecnologiche con un design ergonomico. Una delle aspettative più alte era legata allo sviluppo di tecnologie di guida autonoma che fossero all’avanguardia, un aspetto solo vagamente accennato nel modello attuale. La possibilità di integrare una vera intelligenza artificiale capace di adattarsi e apprendere dalle abitudini di guida individuali avrebbe rappresentato un forte elemento differenziante. Purtroppo, queste idee sono rimaste mere dichiarazioni.Dal punto di vista del design, si desiderava un’evoluzione estetica che potesse unire praticità ed eleganza. Molti ritenevano che un abitacolo spazioso e flessibile, con scelte di materiali sostenibili, potesse riportare l’interesse del pubblico verso il modello. Anche sistemi energetici più efficienti, come l’integrazione di batterie a lungo ciclo vitale o di un motore ibrido avanzato per una maggiore durabilità e autonomia, erano concetti che avrebbero dovuto essere esplorati.