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Verstappen stizzito: “Se parlo sono guai”, il riferimento è chiarissimo

L’olandese si è subito reso protagonista per la stagione 2025, anche se non in pista ma direttamente in conferenza stampa

Manca sempre meno all’inizio della Formula 1 che a metà marzo, quindi tra meno di un mese, comincerà in quel di Melbourne. Infatti l’Australia sarà di nuovo la sede iniziale del Mondiale, uno dei più interessanti e attesi degli ultimi anni con tre Scuderie su tutte tra le pretendenti.

Quella da battere è una sola e si chiama RedBull, anzi, più precisamente Max Verstappen: l’olandese è reduce da quattro mondiali vinti consecutivamente e vuole a tutti i costi zittire le critiche e arrivare a quota 5 di fila, impresa riuscita solo ad una leggenda come Michael Schumacher.

Verstappen scatenato in conferenza: cos’ha detto

Una cosa che ha dato tanto fastidio l’anno scorso a Ben Sulayem, presidente della FIA, sono le parolacce. Infatti spesso e volentieri alcuni piloti si sono lasciati andare con linguaggi scurrili nel corso dei team radio e delle conferenze stampa. Tra questi ci sono Leclerc e Verstappen.

Verstappen stizzito: “Se parlo sono guai”, il riferimento è chiarissimo (screen YouTube) – panorama-auto

Max è stato anche punito per una parolaccia di troppo e a lui non è mai andata giù questa cosa, nemmeno adesso: “Preferisco non parlarne. Altrimenti mi metterò nei guai”. Queste infatti sono le sue parole a pochi giorni dalla stagione 2025 circa il cambiamento sulle regole.

Le pene saranno infatti molto più gravi e non riguarderanno solo il portafoglio, ma addirittura i punti in classifica. “Se si guarda la reazione di tutti -. spiega Verstappen -, credo che già questo dica abbastanza. Penso che non dovremmo prenderla così seriamente: non ti devo dire io come dovresti comportarti nella vita”.

Sulayem ha addirittura pensato di togliere i team radio: “C’è molto su cui possiamo lavorare con i nostri partner. Non manderemo in onda le comunicazioni durante la gara? Forse. Le posticiperemo? Forse“. Insomma, delle idee che non piacciono a molti, ma che potrebbero essere la soluzione per limitare il diffondersi del linguaggio scurrile.

Christian Attanasio

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